Il dato più interessante che ci fornisce l’archivio del Consorzio è però quello relativo al perdurare di queste concessioni enfiteutiche attraverso i secoli, fino alla seconda metà dell’800, fino a quando cioè, tra il 1865 e il 1869, il Consorzio non affrancò definitivamente i suoi terreni.
Questo perdurante legame tra concedente ed enfiteuta, che non viene mai meno e non muta nell’arco di cinque secoli, testimoniato in archivio da ben trentuno atti di rinnovazione enfiteutica, l’ultimo dei quali è addirittura del 1862, pone un interessante interrogativo agli storici, poiché generalmente il legame tra enfiteuta e concedente si è sempre risolto in proprietà privata nel volgere di qualche generazione.
Il perdurare del rapporto enfiteutico è testimoniato nel nostro archivio anche da un registro in cui sono annotati tutti i censi versati dalla Partecipanza all’Abate nonantolano ed al Vescovo bolognese. Particolarità di estremo interesse di questo registro è che la prima registrazione risale al 1478, l’ultima al 1822. Un registro dunque che è stato utilizzato con regolarità, per lo stesso scopo, per quasi quattro secoli!
Registro del XV secolo con iscrizione dei canoni enfiteutici pagati all'Abbazia di Nonantola e al Vescovado di Bologna.
PRIMA PARTE